Uno strumento prezioso per accedere al nostro pieno potenziale, il biofeedback coaching

Uno strumento prezioso per accedere al nostro pieno potenziale, il biofeedback coaching

In questo articolo scopriremo cos'è il biofeedback e perché questo strumento, utilizzato come tecnica di coaching, può aiutarci ad aumentare la nostra resa ed efficacia personale.

Siamo esposti a costanti sollecitazioni

L’era in cui viviamo è piena di stimoli. Non solo concreti e quotidiani, ma anche futuri ed immaginati. Quante volte siamo aggrovigliati in un vortice di cose da fare e obiettivi da raggiungere e quanto siamo spinti a cercare di essere i migliori, nel lavoro, nelle relazioni, nello sport.

Trovare un momento di quiete, in mezzo a questa sensazione di alta marea, sembra talvolta impossibile. E tendiamo a rifugiarci in un pensiero razionale e solo apparentemente tranquillizzante, che ci chiede di resistere, tenere duro, perché poi andrà meglio, perché prima o poi gli stimoli esterni si placheranno e, da fuori, arriverà un attimo di quiete.

Eppure quella sensazione di calma, di sicurezza e tranquillità, siamo fisiologicamente predisposti per costruirla dentro di noi, con l’attivazione del Sistema Nervoso Parasimpatico.

L’attivazione di questo sistema agisce in tutto il nostro corpo attraverso un singolo nervo, che parte direttamente dal centro del cervello e si dirama agli organi, ai muscoli, al cuore. E’ il Nervo Vago, che ha una funzione stabilizzante nel nostro corpo, come l’asse portante di una pagoda, che permette a quest’ultima di resistere ad ogni terremoto.

Quando i nostri strumenti più preziosi, mente e copro, sembrano non essere più efficaci

A volte, però, ci sono periodi quotidianamente sovraccarichi di impegni, richieste, in cui il lavoro, la vita quotidiana, le relazioni, sembrano metterci a dura prova. Periodi in cui sembra di dover essere costantemente all’erta, in cui sembra che non ci sia mai una pausa.

Il nostro corpo e la nostra mente, sembra quasi che non rispondano più ai comandi. Ci siamo sentiti stanchi, assonnati, poco lucidi e precisi, con poca pazienza e di sicuro poca dedizione verso gli altri, indipendentemente dall’amore che proviamo per loro.

In questi momenti, le nostre energie sembrano dissiparsi e non essere mai abbastanza per riuscire a rispondere adeguatamente a tutto quello che ci richiede la vita.

Questi sono i momenti in cui al nostro corpo e alla nostra mente manca l’equilibrio, siamo in una condizione di stress cronico. E quando questo succede, perdiamo la capacità di godere dei nostri piccoli piaceri, così caldi e necessari, come quando non riusciamo più a leggere con passione un libro, farci assorbire da un film, giocare davvero con un bambino perdendo il senso del tempo.

Ma abbiamo un’arma segreta per ripristinare l’equilibrio: 

è il nostro respiro.

La respirazione, la nostra funzione di sopravvivenza più profonda ed ancestrale, ci permette di attivare il Nervo Vago, e di inviare al nostro corpo e alla nostra mente segnali di sicurezza, di rilassamento, di benessere.

L’obiettivo che ci poniamo tramite un uso intenzionale e corretto della respirazione, non è trovare una via verso uno stato di ascetica accettazione della tempesta che ci travolge. L’obiettivo, e la condizione fisiologica di equilibrio, si traduce in una ricerca intenzionale di pause di calma.

Questo è il segreto del benessere.

Non è detto che sia un segreto, in effetti. Molte discipline ce lo hanno già accennato. E quante volte, magari, abbiamo provato con lo yoga, la corsa, la spa a creare quei momenti di stacco, di calma. Eppure a volte, queste non sembrano funzionare.

Perché la prima reazione del nostro corpo e della nostra mente allo stress è irrigidirsi; i muscoli diventano uno scudo e così i pensieri, che girano continuamente intorno ai punti critici e alle difficoltà e che continuano vorticosi ed incessanti anche durante una asana, una corsa al tramonto in primavera e un profumatissimo bagno turco. Pensiamo di esserci rilassati, ma per il nostro corpo, non è così.

E in questo, la nostra “macchina dei pensieri” non ci aiuta, perché, lavorando per associazioni razionali, schemi di memoria fisica, processi rapidi e basati sulle valutazioni più logiche e riconoscibili, ci spinge a rimanere sempre nello stesso stato di tensione, allo stesso tempo mandandoci ad alto volume il messaggio  “sì, sei rilassato”. Ma la vera difficoltà è data solo dal pensiero che “ci inganna”, ma dal fatto che i segnali del corpo che, invece, ci indicano la giusta risposta, sono ad un volume troppo basso.

Uno strumento prezioso per accedere al nostro pieno potenziale, il biofeedback

Ed è qui che ci può aiutare il biofeedback, una tecnica semplice per rendere visibile quello che, per il momento, non riusciamo a sentire.

Tramite dei sensori collegati al nostro corpo, in modo né invasivo né doloroso, possiamo vedere sullo schermo del pc quello che succede all’interno, per imparare a sentirlo, prima, e a modularlo, poi.

In particolare c’è un indice, piccolo e discreto, legato al battito del nostro cuore, che può indicarci, senza fraintendimento, quando siamo in uno stato di equilibrio. Si chiama HRV( Heart Rate Variability), la variabilità del nostro battito. Perché il nostro cuore non è un metronomo e in ogni istante risponde a quella danza di equilibri, battendo più velocemente e più lentamente ad ogni respiro.

Questo indice, nel suo andamento, porta l’impronta della capacità del nostro Nervo Vago di attivarsi e quindi del nostro corpo e della nostra mente di stare in equilibrio.

Quando HRV è elevata, vuol dire che il nostro corpo e la nostra mente sanno cosa fare per funzionare al meglio delle nostre possibilità.

Quando la nostra HRV è elevata, siamo al punto più alto dell nostra curva di efficacia personale, siamo in uno stato di flow. (vedi immagine e segui il link per approfondire)
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E questo ci permette di essere più presenti e lucidi, di svolgere meglio i nostri compiti, di prendere decisioni più accurate, di lavorare meglio, ma non solo. Ci permette anche di essere il meglio di noi stessi. Di essere più presenti con le persone a cui siamo legati, di costruire e coltivare i rapporti, di provare emozioni quiete e discrete come la cura, la gratitudine, l’apprezzamento, in grado di riempire le nostre giornate.

La chiave per aumentare la nostra HRV è sempre il respiro e, con esso, la capacità di riconnetterci a queste emozioni calme e silenziose.

Il biofeedback coaching

Il biofeedback coaching, è un processo di crescita individuale, che si avvale dell’utilizzo combinato di HRVbiofeedback e tecniche di coaching individualizzate, mutuate da diversi approcci sullo sviluppo individuale scientificamente validati (psicologia positiva, psicodramma, counselling psicologico). In un numero limitato di incontri, che può variare in base alle esigenze del singolo da 4 a 8, l’obiettivo da raggiungere è conoscersi, ascoltarsi e, in questo modo, imparare a “rimbalzare” in nicchie di calma all’interno di vortici di stress, facendo affidamento sul proprio corpo, mente e intenzionalità.

Durante il biofeedback coaching, si impara a lavorare col respiro, vedendo contemporaneamente cosa succede all’interno del proprio corpo, riuscendo ad “alzare il volume” e svelare i messaggi reali del nostro corpo.

Impariamo a conoscere queste “nuove” sensazioni, a non sottostare all’inganno della nostra macchina dei pensieri, che, spaventata dalla novità, cerca di riportarci indietro, allo stato che ci è familiare.

Impariamo a collegare questo stato alle emozioni quiete, ai ricordi, alle immagini, alla nostra storia.

Il biofeedback coaching, vuole sostenere la persona nella comprensione di quali stimoli, interni ed esterni, scatenano una reazione di stress negativo, aiutandola ad identificare strategie semplici ed efficace per gestire quella reazione disadattiva.

Impariamo a conoscere ed accettare le espressioni e reazioni naturali della nostra mente e corpo, e a non indossare un’armatura rigida.

Impariamo ad andare oltre il messaggio di dover “tenere duro, resistere, stringere i denti, non mollare”, perché non è indossando quell’armatura che riusciremo a stare bene. Cerchiamo di riscoprirci flessibili; fragili in alcuni punti e forti in altri, accettando tutti questi aspetti di sé e scoprendo la morbidezza, la grande risorsa del lasciare andare, per acquisire un punto di vista diverso su sè e su quello che succede.

Impariamo a rendere queste connessioni sempre più forti e stabili, a costruire una nuova familiarità con questo stato di benessere che, nel tempo, renderà sempre meno necessario “vederlo” perché sarà più immediato “sentirlo”.

E una volta fatta questa conoscenza con il proprio, personale stato di benessere, impariamo a giocarci, a modularlo, ad attivarlo, usando il nostro respiro.

Rallentandolo per godere delle parentesi di calma e sicurezza in mezzo alla vertigine delle giornate, velocizzandolo per aumentare la nostra energia quando abbiamo una importante partita da giocare. A seconda di quello che sentiamo, dei segnali che da dento arrivano, non più silenziati, ma vivi e presenti.

Imparando a danzare con il nostro corpo e le nostre emozioni.

Per essere la versione migliore di noi stessi.


Per maggiori informazioni o approfondimenti, contattatemi direttamente:

Chiara Cosentino

Sono una psicologa e ho conseguito un Dottorato di ricerca in psico-fisiologia clinica. Sono esperta in tecniche integrate psico-corporee di rilassamento e gestione dello stress tra cui Biofeedback, Training Autogeno e IBP. Applico queste competenze in coaching e workshop per i clienti avvocati e avvocate del nostro studio.