Work Life Balance - webinar + handout

Work Life Balance - webinar + handout

Work-Life Balance

Lavorare da remoto in tempi di Coronavirus

 

Handout realtivo al webinar tenuto da Chiara Cosentino, psicologa e PhD in psicofisiologia clinica e Davide Motta, psicologo del lavoro fondatore di DLM Partners, il 10 aprile 2020.

 

La curva dell'efficacia personale è il framework a cui ci riferiamo per spiegare i fenomeni e le dinamiche psicologiche sia individuali sia di gruppo, in presenza come da remoto. Per questo raccomandiamo di consultare la sezione strumenti del nostro sito (www.dlm-partners.eu) e il relativo articolo del nostro blog sulla Curva dell'Efficacia Personale.

Curva dellefficacia personalejpg 

 Premesse

1.   Perché parlare di questo tema? Perché in questo particolare momento, più che mai, è una delle chiavi da cui dipende il nostro successo professionale.

2.   In questo handout trovate le linee guida di cui abbiamo parlato nel webinar, raccolte sulla base delle best practice condivise da voi e delle nostre competenze. È importante comunque considerare che non esiste un “giusto” o uno “sbagliato” in assoluto, in psicologia, quanto piuttosto ciò che è giusto o sbagliato per me. Queste linee guida, dunque, vogliono offrire suggerimenti concreti che possano fungere da spunti di riflessione che ciascuna/o possa poi liberamente adattare alla propria situazione

3.   Quello che stiamo vivendo in questo momento non è smart working – anche se viene chiamato così da quasi chiunque. In realtà si tratta di un lavoro da remoto forzato – noi l’abbiamo ribattezzato “hard working”. Quindi: è normale fare fatica, è normale sentire la fatica (concediamocelo!), perché la situazione è oggettivamente difficile. Dobbiamo cercare, come si suol dire, di fare di necessità virtù.

 

L’importanza dei rituali

In questo momento avere dei rituali chiari e definiti è di grande aiuto:

·       aiuta a separare in maniera chiara il momento del lavoro dal momento di svago

·       aiuta a non perdere il senso dello scorrere del tempo

·       aiuta a contrattare spazi e tempi con altre persone in casa (moglie/marito, compagna/compagno, figlia/figlio)

Alcuni esempi di rituali:

·     lavorare sempre nello stesso posto (sia esso una stanza dedicata, un particolare tavolo, una particolare sedia, ecc…)

·     compiere la stessa sequenza di azioni prima di iniziare a lavorare (ad es: riordinare il tavolo, fare qualche respiro profondo per concentrarsi, ecc…)

·     Come vedremo sotto, alternare in maniera regolare momenti di lavoro e pause

Molto efficace, per chi ha figli, invitare anche loro a trovare i propri rituali da fare insieme a noi – aiuta a scandire anche i loro ritmi e ad aumentare la probabilità che non ci interrompano durante i momenti di lavoro.

 

Conoscere i propri ritmi

Tutti quanti abiamo dei ritmi interni che, in questa circostanza, abbiamo l’occasione di osservare molto da vicino.

In particolare, abbiamo dei ritmi che si configurano in cicli di attenzione che, se riusciamo ad identificare e assecondare, ci permettono di essere più produttivi nel nostro ambito lavorativo.

In generale

·     Abbiamo già citato in un precedente webinar i ritmi ultradiani: si tratta di cicli di 90’-120’ nei quali ci sentiamo più pronti mentalmente e fisicamente, più energici, ricordiamo ed impariamo di più. Questo ciclo di intensa produttività necessita di un tempo di pausa successivo di 15’-20’, che ci permette di accedere alle risorse fisiche e mentali profonde in grado di ristorarci e sostenerci.

·     All’interno di questo ciclo, possiamo identificare delle frazioni stabilite di lavoro intenso on-task di 25 minuti, che ci permettono di focalizzare al massimo l’attenzione sul compito che stiamo svolgendo. Queste frazioni sono seguite da brevissime pause di 5 minuti, per “respirare” e preparare la nostra attenzione a ricollocarsi sul task successivo

·     I minuti di attenzione focalizzata o il ritmo di massima efficacia personale entro questi range può essere “personalizzato” in base alle nostre esigenze fisiche, cognitive e contestuali

·     Se siamo in casa con bambini e bambine, possiamo stabilire i ritmi di lavoro on task in accordo anche con le loro esigenze (età, complessità delle attività che possono svolgere in autonomia) in modo che le pause (micro e maxi) possano coincidere tra genitori e figli, in modo da offrire ai bambini e bambine l’occasione di avere attenzione nei momenti di pausa stabiliti insieme, rinforzando così anche la loro capacità di autoregolazione ed i comportamenti efficaci di gestione del tempo

 

 

Strutturare le giornate

È di fatto un’altra forma di rituale. Strutturare le giornate con dei ritmi regolari, che non siano eccessivamente rigidi e permettano quindi di adattarsi agli imprevisti, aiuta a gestire meglio le dinamiche familiari. Noi esseri umani, benché dotato di grandissima capacità di adattamento, mediamente siamo esseri abitudinari: avere alcuni punti fermi (ad esempio: mangiare, svegliarsi, andare a dormire sempre intorno alla stessa ora) crea un ritmo che può essere incorporato anche dai bambini più piccoli, riducendo così la probabilità che ci disturbino durante i momenti lavorativi.

 

Cura e gentilezza

Abbiamo bisogno di cura e gentilezza verso noi stessi e verso gli altri, per gestire al meglio le criticità di questa condizione.

Nella struttura delle nostre giornate, quindi, cerchiamo di inserire qualcosa che sia piacevole per noi, qualcosa da attendere ogni giorno. Questo ci aiuterà a mantenere un focus motivazionale alto durante la giornata e a differenziare le giornate l’una dall’altra.

Inoltre, cerchiamo di essere gentili rispetto alle nostre difficoltà, di organizzazione o anche emotive, accettando di poter avere dei momenti in cui siamo meno performanti, accettando di avere meno energie a disposizione in alcuni momenti.

Accettiamo anche, con gentilezza, le tensioni altrui, cercando di inquadrarle non come attacchi o eccessive richieste immotivate, ma come emergenti da una condizione di crisi e di rottura rispetto alle procedure (lavorative e non) pre-esistenti. Coltivare cura e gentilezza ci permetterà di sfruttare al meglio la flessibilità psicologica che fa parte del nostro arsenale e di creare strategie alternative e ben equilibrate per gestire momenti di difficoltà, anche in interazione con gli altri.

 

 

Gestione delle pause: in contatto con il corpo

Cosa fare durante le pause? Il primo consiglio è: ciò che ci piace! Se la pausa dev’essere un momento di stacco dal lavoro, è importante perché sia il più rigenerante possibile, che la utilizziamo per fare ciò che ci piace. Per chi ha figli/e, ovviamente, sarà anche il momento da dedicare a loro, soprattutto se hanno rispettato senza interromperci il nostro spazio lavorativo.

Compatibilmente con questo, estremamente utile è recuperare il contatto con il corpo: siccome durante il lavoro è la testa soprattutto ad essere impiegata, il contatto con il corpo segna uno stacco chiaro. Inoltre, ci aiuta a stare nel qui ed ora, evitando quindi che la pausa sia trascorsa a pensare a cosa dovrò fare non appena riprenderò a lavorare.

Concretamente: durante le pause di 5 minuti, posso approfittarne per fare un po’ si stretching, per andare a sciacquarmi la faccia, per fare qualche respiro consapevole.

Durante le pause più lunghe, di 15/20 minuti, può essere un’ottima idea ballare. Il ballo (soprattutto per coloro a cui piace) attiva le endorfine, alimentando quindi un senso di benessere; ci porta verso il centro della nostra curva di efficacia personale, sia che siamo troppo a destra sia che siamo troppo a sinistra (ha funzione sia di scarica se siamo troppo stressati, sia di attivazione se ci sentiamo privi di energie); attiva in modo armonico tutto il corpo. Infine, ovviamente, è un’attività che può essere condivisa anche con i bambini.

 

Preservare l’adultità

Specialmente se ci troviamo a vivere questo periodo di confinamento con i bambini, ricordiamoci di conservare degli spazi tra adulti e per essere adulti. Cerchiamo di ritagliare dei momenti in cui i genitori si possono incontrare e confrontare rispetto a temi legati alla giornata, alla condizione attuale, alle reazioni emotive individuali in modo libero e non influenzato, anche nel linguaggio, dalla presenza dei bambini. Si può scegliere, ad esempio, di non confrontarsi durante la giornata su quanto emerso in ambito lavorativo, lasciando uno spazio apposito, magari in serata dopo la messa a letto dei bambini, per fare un riassunto della giornata vissuta, in modo da fissarla nella propria unicità e in modo da creare comunque una dinamica di scambio e supporto reciproco focalizzato tra adulti.