Storytelling

Storytelling

Premessa

Lo storytelling è uno strumento: molto efficace, ma pur sempre uno strumento. Che, come tutti gli
strumenti, se viene utilizzato quando non serve, o in modo inadeguato, non ci permette di
raggiungere lo scopo per cui è creato.
Oggigiorno, siccome è diventato decisamente di moda, è diventato piuttosto inflazionato, con la
conseguenza di essere in alcune, se non in molte, occasioni utilizzato nei modi o nei contesti
sbagliati.
Tutto ciò che segue, quindi, deve essere letto con questo importante cappello di riferimento.

Di cosa si tratta

Con storytelling intendiamo l’arte di raccontare storie. In Italiano, la traduzione che più vi si avvicina è narrazione.

In contesto di business, si tratta della capacità di raccontare storie per veicolare in maniera più funzionale ed efficace un contenuto lavorativo, ad esempio in una riunione.


I benefici dello storytelling

• Crea sincronizzazione tra il cervello di chi parla e quello di chi ascolta (Accoppiamento
neurale, grazie alla funzione dei neuroni specchio)
• Le storie ben raccontate coinvolgono chi ci ascolta
• Aumenta la memorizzazione di contenuti
• Le storie catturano l’attenzione
• Il cervello del nostro ascoltatore rilascia ossitocina (il cosiddetto “ormone dell’amore”)
• Influenza i comportamenti (più facile, quindi, ottenere una risposta positiva ad una call to
action)

In particolare, c’è da sottolineare come il nostro cervello risponda all’ascolto di storie in modo più
ampio e “partecipato”: infatti, quando noi ascoltiamo semplici fatti o dati, si attivano solo due aree
specifiche del nostro cervello, l’area di Wernicke e l’area di Broca. La prima è destinata alla
comprensione, la seconda alla produzione della parola. Quando, però, questi fatti o questi dati
sono inseriti all’interno di una narrazione, si attivano molte aree della corteccia cerebrale, collegate a dimensioni emotive e sensoriali. Da qui, le implicazioni indicate sopra rispetto al coinvolgimento, alla memoria e all’attenzione.

Alcune regole per un buon storytelling in un contesto lavorativo

  • Cercare di ri-connettersi con la dimensione emotiva della storia che si sta raccontando
  • Fornire dettagli sensoriali (relativi in particolar modo a olfatto, vista, udito e tatto)
  • Raccontare usando i verbi al tempo presente: come se la mia narrazione fosse una radiocronaca di qualcosa che sta avvenendo in questo momento
  • In caso di dialoghi, preferire sempre il discorso diretto al discorso indiretto, dando un accenno di interpretazione dei ruoli
  • Utilizzare frasi brevi e incisive, giustapponendole come se fosse un elenco puntato
È importante, inoltre, utilizzare una struttura molto chiara:
1. Esplicitare che si sta raccontando una storia
2. Raccontare la storia
3. Spiegare qual è stato per noi l’apprendimento tratto da quanto accaduto
4. Creare la connessione con il contesto lavorativo, esplicitando il perché la si è
raccontata.

Quali storie raccontare?

Purché sia coerente con il messaggio di business che si vuole trasmettere, si può raccontare
qualunque storia: una storia che ci ha raccontato qualcun altro/a, che abbiamo letto, che
appartiene alla cultura popolare. Ma le storie più efficaci sono le storie personali: sarà più facile per noi trasmetterne il contenuto emotivo e creeranno una maggior connessione con chi ci sta ascoltando. Inoltre, la capacità di aprirsi rispetto ad eventi personali (non privati) aumenta la nostra leadership all’interno di un gruppo. Da evitare assolutamente storie false o inventate!

Quanto ai contenuti, ricordando sempre la coerenza con il messaggio di business, sono
particolarmente efficaci:
  • Storie di insuccesso o fallimento, a patto che da quella situazione io abbia tratto un insegnamento importante (ancora: contrariamente a quanto intuitivamente si creda, saper mostrare la propria vulnerabilità è un’ottima dote di leadership)
  • Storie di cambiamento
  • Storie legate al superamento di sfide importanti e significative – a condizione che l’obiettivo non sia far vedere quanto io sia stata/o brava/o ma condividere l’utilità e l’efficacia di un certo atteggiamento, di un certo approccio, di un certo valore…

Per concludere

Nei primi due minuti e mezzo di questo video c’è un buon esempio di storytelling efficace. Il video è in inglese, ma con la possibilità di selezionare i sottotitoli, anche in italiano.

Alcuni autori di riferimento:
Jerome Brumer, rispetto alla funzione delle storie nella costruzione della nostra identità
sociale
Richard Davidson, rispetto alle storie e alla narrazione per una costruzione del senso dell’io
Michael Gazzaniga, rispetto all’attivazione cerebrale nell’ascolto di storie
Greg Stephens e Uri Hasson, rispetto agli studi sull’accoppiamento neurale