Ecco perché io sono più efficace degli altri in riunione

Ecco perché io sono più efficace degli altri in riunione

Ecco perché io sono più efficace degli altri in riunione

Se sei un membro del comex, managing partner, amministratore delegato o presidente di uno studio associato, di un'azienda o gruppo, con grande probabilità sei una persona estremamente efficiente ed efficace in riunione. 

Un leader in riunione è efficiente ed efficace

Sai andare dritto al punto,
hai la sensibilità di capire quando ascoltare e quando stringere
e, soprattutto, non permetti a te stesso e alle persone che sono con te di perdere tempo, forse la tua risorsa più scarsa e preziosa! 

Ma se sei questo tipo di professionista,
sei anche esposto a molta frustrazione,
perché tra i tuoi, ma anche tra i clienti, sei uno dei pochi ad avere questo dono...
le altre persone, troppo spesso, sembrano perdere tempo, girarci intorno, non sapere esattamente perché siano lì e cosa vogliano portarsi a casa... e questo ti fa innervosire... se sono clienti, ti tieni, ma con le tue persone capita che perdi le staffe;

"com'è possibile?!?!"

È proprio questo il punto.

Sapresti spiegare nel dettaglio perché e come sei efficace e cosa ti rende efficiente?

Una delle sfide più grandi per un leader è proprio quello di diventare consapevole di cosa, come e perché faccia per essere così efficace...

ma non è banale:

Quando ci esprimiamo al massimo del nostro siamo al vertice della nostra curva di efficacia personale, in stato di Flow.

Il Flow è quello stato in cui siamo pienamente presenti al momento, non pensiamo a quello che facciamo, lo facciamo e basta.
È la trance agonistica, l'essere in bolla o in partita che il collega psicologo Mihaly Csikszentmihalyi osservò e descrisse nei grandi atleti e artisti e poi anche nelle altre persone. 

È il momento in cui tutto ti viene naturale e bene... e quindi non lo noti, appunto, lo fai e basta... 

Proprio per questo, spiegare a un terzo cosa tu abbiamo fatto non è per nulla banale.

Proviamo a descrivere l'eccellenza in riunione

Essendo l'osservazione e descrizione dei comportamenti virtuosi alla base del mio ruolo di executive assessor e coach, voglio provare io a esplicitare perché e come sei efficace:

  1. hai in mente esattamente cosa ti vuoi portare a casa
  2. hai verificato, implicitamente, se sia un obiettivo coerente con la ragione del meeting e realistico
  3. hai fatto mente locale e consideri costantemente gli obiettivi delle persone coinvolte direttamente e indirettamente, gli stakeholder
  4. hai in mente il tuo obiettivo di lungo termine, e non ti fai ingabbiare in questioni di principio ma tieni in mente il quadro d'insieme
Ti torna? Prova a pensare a una riunione recente in particolare; sapresti dire quale fosse il tuo obiettivo? Se fosse coerente e raggiungibile? Quali fossero le istanze e gli obiettivi dele altre persone coinvolte direttamente e indirettamente? Quale sia il tuo obiettivo di lungo termine, rispetto a quel contesto e e in generale? Sono certo di sì! Ma questo succede a posteriori, sul momento hai solo gestito la riunione...

Ok, ma come lo insegno alle mie persone?

Ecco una formula in 4 passi

Quando una persona deve imparare a fare una cosa nuova, piuttosto che pensare al proprio stile, deve pensare alle basi. Al contrario un esperto ha metabolizzato le basi e si concentra sul suo stile. Ora tu sei l'esperto, per te pensare in domande e processi è ridondante, banale e forse anche troppo riduttivo, ma per la persona che non sa ancora gestire efficacemente una riunione è uno step imprescindibile... 

E se ti stai dicendo, "ma a me non me lo ha insegnato nessuno", "mica ho avuto bisogno di un processo"... 

Vero! Ma considera due cose: 
  1. chi ci arriverebbe da solo, come te, in autonomia, per tentativi ed errori, ci metterebbe pi?u tempo (la tua risorsa più preziosa); avere un talento pronto prima è un benefit pazzesco!
  2. ci sono persone che, senza aiuto, non ci arriveranno mai, e lasciate a se stesse finirebbero per uscire dall'organizzazione; ma non è detto che non abbiano altri talenti, che in quel caso, tu e il tuo team perdereste e sarebbe un peccato
Quindi, prova a passare ai junior questa formula che ho elaborato per i miei clienti di executive coaching con lo stesso problema:

Prima di una riunione:

  1. Definisci per iscritto un tuo obiettivo per la riunione, a prescindere dal tuo ruolo: cosa ti vuoi portare a casa (in termini di negoziazione, di posizionamento verso il cliente, di apprendimento come professionista o manager...)
  2. Valuta da 0 a 10 quanto sia probabile che tu possa raggiungere il tuo obiettivo in questa riunione. Se la valutazione è sotto l'8 (e non è 10 per scaramanzia) verifica se A) il tuo obiettivo sia coerente con la riunione o del tutto sconnesso e quindi inopportuno (in tal caso riformula l'obiettivo e riparti); B) verifica che il punteggio basso non dipenda da una scarsa fiducia nelle persone coinvolte o in te stessa/o (in questo caso prendine coscienza e procedi...)
  3. Definisci gli obiettivi delle altre persone coinvolte e degli stakeholder (persone e istituzioni indirettamente impattate dalla riunione); esplicita a te stesso come le persone coinvolte possano aiutarti a raggiungere il tuo obiettivo (fai un elenco); infine, esplicita a te stessa/o cosa tu possa fare per aiutarti a raggiungere il tuo obiettivo.
  4. Esplicita, ribadisci, nero su bianco, il tuo obiettivo professionale a 5 anni, sia rispetto al cliente coinvolto, sia in generale come professionista.
Questo lavoro orienterà l'attenzione implicita della persona che lo farà e la aiuterà ad essere più centrata ed efficace.

Se deciderai di sperimentare questa tecnica con le tue persone junior mi farà piacere avere un tuo feedback su come sia andata.


E se la persona non efficace in riunione ha già una certa seniority?

Come dicevo questi approcci strutturati ai senior non piacciono, perché sembrano troppo banali o per principianti... e un senior, anche se inefficace, non è un principiante! 

In questi casi ai miei clienti consiglio la tecnica del passaggio di consegne:
Presentate la tecnica al collega senior, pregandolo di sperimentarla in prima persona per validarla e poi poterla insegnare, in quanto senior esperto, alle colleghe e ai colleghi più junior.

In questo modo non urtate la sensibilità della persona, la mettete a proprio agio e quindi nelle migliori condizioni di apprendere, quasi senza rendersene conto...

Alla prossima,
Paolo Lanciani


Psicologo del lavoro, con focus specifico sulla consulenza ad avvocati liberi professionisti e studi associati. Con i miei clienti realizzo assessment, coaching, workshop e team-building, lavorando indistintamente in italiano, tedesco e inglese. Sono tra i soci fondatori di De Micheli Lanciani Motta, studio associato di psicologi del lavoro e Benefit Corporation certificata. Con Nicola Di Molfetta, direttore del MAG di Legalcommunity.it, conduco il il podcast Complex, avvocatura oltre la superficie.