Consapevolezza corporea per essere più efficaci

Consapevolezza corporea per essere più efficaci

Il nostro corpo è meccanicamente progettato per raccogliere informazioni ed inviarle agli strati più raffinati ed evoluti del nostro cervello.

La capacità del nostro cervello di ricevere, registrare ed ascoltare questi segnali è chiamata “consapevolezza corporea”, un tipo di consapevolezza che tutti abbiamo; solitamente, però, tendiamo a utilizzare questa forma di ascolto verso lo stato corporeo quando sentiamo dolore, ovvero quando il corpo arriva a un tipo di segnalazione che possiamo definire “di allarme”. Tramite l’allenamento possiamo, invece,  ulteriormente affinare e sviluppare questo sistema di segnalazione istantaneo, per garantirci un livello ottimale di efficacia nel contesto professionale e personale.

Nello specifico, cosa si intende per consapevolezza corporea?

Intendiamo un insieme di sistemi di segnalazione corporei che possiamo visualizzare organizzati come un imbuto di percezioni, dal generale al particolare:

1.     Consapevolezza dello spazio: la comprensione della posizione del proprio corpo in relazione agli altri oggetti nello spazio (dove sono posizionata/o in una stanza, senso dell’orientamento);

2.     Propriocezione: la percezione della posizione e del movimento del proprio corpo (quali muscoli muovo, percezione sviluppata grazie al tipo di sport praticato)

3.     Interocezione: la percezione dello stato interno degli organi e del sistema cardiovascolare (movimenti dello stomaco e dell’intestino, percezione del battito cardiaco)

E’ importante inserire, in questa definizione di sistemi, quelli che il neurologo Antonio Damasio ha identificato come Background feelings (Damasio, 2003): le percezioni dello stato presente del corpo (calore, freddo, prurito, tensione, distensione) che sono costantemente presenti, appunto in background, ma che tendenzialmente silenziamo, mettendo in secondo piano il messaggio che queste sensazioni possono veicolare.

Per agire intenzionalmente in modo inverso e aumentare il volume di questi stati di consapevolezza legata al corpo, è necessario ampliare il proprio livello di attenzione (la capacità di convogliare i pensieri verso uno stimolo specifico intenzionalmente scelto) e di percezione ( la capacità di ampliare e dettagliare le informazioni provenienti dai nostri sensi).

Applicare queste due leve alla consapevolezza corporea permette di raggiungere 3 obiettivi di allenamento:

·       Notare le sensazioni corporee: far giungere al livello di consapevolezza le sensazioni provenienti dal corpo, invece di rimanere in uno stato di disconnessione;

·       Ascoltare il proprio corpo: accettare senza giudizio le sensazioni provenienti dal corpo invece di respingerle;

·       Rispondere al proprio corpo: agire intenzionalmente in linea con le informazioni che il corpo fornisce, invece di ignorarle e agire in direzione opposta e contraria. 


Sviluppare la consapevolezza ci permette di ottimizzare delle funzioni che sono cruciali per l’efficacia professionale. Permette, infatti, di rendere più efficace il processo di decision-making, in quanto i segnali corporei segnalano l’attivazione emotiva legata alla scelta, intervenendo nel processo di selezione che avviene a livello delle strutture associative del cervello; l’intelligenza emotiva: i segnali corporei immediatamente ci segnalano il nostro stato emotivo rispetto a qualcuno (mi innervosice, mi mette tristezza, mi mette a mio agio) permettendoci di essere più empatici e di regolare in modo consapevole i nostri comportamenti relazionali; la performance professionale: i segnali corporei ci permettono di monitorare il nostro stato di veglia, di attenzione, di presenza, di investimento energetico; ascoltarli, quindi, ci permette di adeguare le nostre risposte in modo tempestivo, compensando le mancanze o distribuendo al meglio le nostre energie, evitando quindi di entrare in uno stato di “allarme”.

Come al solito, è l’allenamento che ci permette di padroneggiare al meglio questa competenza.

Una forma di allenamento intensivo può essere la pratica della meditazione body scan in cui, in ottica di pratica mindfulness, tutta l’attenzione viene orientata all’osservazione progressiva e sistematica dei diversi distretti corporei.

Una pratica quotidiana può essere l’esercizio di portare la nostra attenzione durante la giornata agli stati fisici non emotivi più frequenti (il proprio stato legato al sonno, al cibo, al livello di energia, al meteo) per poi allargare questo tipo di focalizzazione dell’attenzione sull’interazione con gli altri, sulla reazione a stimoli contestuali, su momenti diversi della giornata lavorativa. 

Buona pratica!